A TAVOLA CON IL DIABETE: QUALI ZUCCHERI EVITARE E QUALI PREFERIRE.

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La società di oggi, al passo con la tecnologia e la scienza, è abituata a pensare al connubio malattia-farmaco: questo non è del tutto errato, ma ciò che a volte sembra sfuggire è la nozione stessa di farmaco.

Il farmaco che nella più comune accezione è dato da composti chimici che si presentano nelle diverse formulazioni, deve essere inteso nella più moderna applicazione in altri ambiti, come quello dell’alimentazione. Questa, infatti, può essere il supporto terapeutico per moltissime patologie: imparando a stare a tavola correttamente si può ripristinare la propria salute in maniera autonoma e vincente.

Il diabete in tutte le sue forme è molto diffuso in quasi tutti i paesi del mondo, in particolare in quelli altamente industrializzati, tra cui l’Italia, dove costituisce una delle più rilevanti e costose malattie sociali della nostra epoca, soprattutto per il suo carattere di malattia cronica e la tendenza a determinare complicazioni nel lungo termine.

Il diabete si caratterizza per l’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue, a seguito di un deficit nell’azione dell’insulina, ormone secreto dalle isole del Langherans del pancreas, indispensabile per il metabolismo degli zuccheri.

Se l’insulina è prodotta in quantità non sufficiente oppure le cellule dell’organismo non rispondono alla sua presenza, nel sangue si avranno livelli di glucosio più alti del normale (iperglicemia) e di conseguenza condizioni predisponenti alla comparsa del diabete mellito.
La diagnosi di diabete è certa con un valore di glicemia di 200 mg/dl, rilevato in qualunque momento della giornata o due ore dopo un carico di glucosio.

Appare evidente come il corretto apporto alimentare serva a mantenere sotto controllo il livello di zucchero e il fabbisogno di insulina, garantendo un buon controllo del diabete stesso.

Nella dieta quotidiana, deve essere attentamente valutata l’assunzione degli zuccheri semplici ad assorbimento rapido (glucosio e saccarosio) dando la preferenza agli zuccheri complessi ad assorbimento lento (amido).
La quota complessiva giornaliera di carboidrati non dovrebbe superare il 50-55% delle calorie totali, purché almeno l’80% di essa sia costituita da amido ed il restante 20% da zuccheri non insulinodipendenti e fibre, che sono in grado di rallentare l’assorbimento intestinale dei carboidrati e del colesterolo.

Come “dolce” conclusione dell’articolo ho pensato di scrivere la ricetta della torta di arance e mandorle, essendo nel pieno della stagione invernale, che dedico a tutti i lettori, che pur soffrendo di questa patologia non devono rinunciare al piacere del cibo.

Ingredienti “amici del diabete” per 6 persone:

80 ml di olio di oliva
3 uova
150 g di farina addizionata di lievito
1 cucchiaino di lievito
75 g di mandorle macinate
Succo di 1 arancia spremuta e scorza grattugiata

Preparazione:

  1. Preriscaldare il forno a 160 °C. Ungete leggermente e infarinate uno stampo profondo 20 cm.
  2. Unire tutti gli ingredienti per la torta in una terrina capiente e amalgamateli con un mixer.
  3. il composto Infornate per 40/50 minuti, finché la torta risulta dorata e lo stuzzicadenti immerso non sia umido.

NB: aggiungere sempre carta forno assorbente nella teglia.

 

A cura della dott.ssa Roberta Falcone

 

Fonti:

  • Italian Changing Diabetes Barometer Project Statement. Associazione Diabete Italia.
  • “Facts and figures about the diabetes in Italy”. Consorzio Mario Negri Sud
  •  American diabetes association.