La Mindful Eating applica i principi della mindfulness all’alimentazione.
Acquisire consapevolezza di se stessi è il punto di partenza per imparare a focalizzare l’attenzione a ciò che si sta eseguendo nel momento presente.
LA RICERCA DELLA CONSAPEVOLEZZA DI SE STESSO, DURANTE IL PASTO.
“Ci perdiamo tanto della vita, la nostra mente è sempre sul piano narrativo del passato e del futuro” (Kabat-Zinne)”
Non ci concediamo mai (o quasi mai) di prestare attenzione al momento presente, come quello del pasto.
L’alimentazione è un atto quotidiano e complesso che unisce la percezione degli organi di senso e la risposta fisiologica meccanica ai composti bioattivi del cibo.
La perdita di controllo e di gestione, che porta a uno scarso utilizzo delle risorse e del corpo determina una risposta automatica e inconsapevole, che molto spesso si traduce nel non avere memoria di ciò che si è mangiato nell’immediato, della porzione consumata e del perché si sta compiendo quell’azione in quel dato momento.
Le cause di questo smarrimento possono essere molteplici ed essere correlate a disfunzioni anatomico-nutrizionali, metaboliche, genetiche, psicologiche e psichiatriche.
COME LA MINDFUL EATING VIENE IN AIUTO?
La mindful eating fa proprio un concetto fondamentale della mindfulness, ovvero la pienezza mentale, che è uno stato di consapevolezza intenzionale che si ottiene concentrando l’attenzione sul momento presente, in maniera non giudicante.
Le applicazioni di questa forma di meditazione sono utilizzate nell’ambito clinico per la gestione degli stati d’ansia, dello stress e della depressione anche correlati a disturbi della condotta alimentare. https://www.nutrizionistafalcone.it/disturbi-del-comportamento-alimentare/
IL METODO DEL CHICCO D’UVA
1 – Tenere in mano: prendete un acino di uva passa e tenetelo sul palmo della mano o tra pollice e indice e concentratevi su di esso;
2 – Osservare: lasciate che i vostri occhi esplorino ogni parte dell’acino, con cura e con piena attenzione;
3 – Toccare: esplorate la consistenza (morbidezza o durezza, callosità o gommosità), magari a occhi chiusi se ciò acuisce il vostro senso del tatto;
4 – Annusare: portate l’acino alla base del naso.
A ogni inspirazione inalate il suo odore, l’aroma o la fragranza che emana, concentratevi su di esso e sul vostro olfatto, notando se, nel frattempo, avviene qualcosa di interessante nella vostra bocca e nel vostro stomaco;
5 – Mettere in bocca: avvicinate lentamente l’acino d’uva passa alle labbra notando come la mano e il braccio sappiano esattamente come e dove collocarlo. Posatelo delicatamente in bocca, senza masticare. Tenetelo lì ed esploratelo per qualche momento, riflettendo sulle sensazioni che suscita in voi;
6 – Assaporare: preparatevi a masticare l’acino d’uva, notando come e dove deve collocarsi per la masticazione e facendo esperienza delle eventuali ondate di gusto che vi offre mentre continuate a masticarlo, delle sensazioni generate, dal gusto e dalla consistenza come possano cambiare nel tempo, istante per istante, oltre a prendere nota di eventuali cambiamenti nell’oggetto stesso;
7 – Ingoiare: cercate di percepire l’intenzione stessa di ingoiare mentre essa emerge, in modo da sperimentarla consciamente prima di procedere;
8 – Seguire le sensazioni: cercate di sentire ciò che rimane dell’uva passa mentre scende nello stomaco e cercate di percepire le sensazioni del corpo nel suo complesso.
Il metodo mindful eating del chicco d’uva può essere adattato a ciò che più vi piace ed essere la base per ripartire alla ricerca della consapevolezza di voi stessi!
NUtrizione & Psicologia
Dr.sse Roberta Falcone e Grazia Ferraro
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