NUTRIZIONE PEDIATRICA

La nutrizione pediatrica  si suddivide in due momenti ben precisi: l’alimentazione nella prima e seconda infanzia, l’età scolare e l’età puberale.

Non esistono cibi o buoni o cattivi, ma giuste o scorrette abitudini alimentari, che devono essere acquisite già nell’istante in cui il bambino entra in contatto con i suoi primi alimenti.

Per questo, la fase dell’allattamento,  seguita da quella dello svezzamento, rappresentano due momenti importantissimi  già in termini di prevenzione.

Durante tutta l’età evolutiva l’alimentazione deve apportare i giusti nutrienti e la giusta energia per le funzioni plastiche di accrescimento e costruzione dei tessuti, ma contemporaneamente tutto deve essere bilanciato e calibrato.

Ogni macronutriente svolge una funzione chiave: le proteine ad esempio che dovrebbero rappresentare circa i 2/3 del fabbisogno totale sono coinvolte nei processi  di crescita ottimale, i carboidrati che forniscono pronta energia, devono essere razionalizzati tra semplici e complessi e infine i grassi, fondamentali per la plasticità del sistema nervoso,  per la fluidità delle membrane e per la costituzione del tessuto adiposo di riserva.

Il comportamento e le attitudini alimentari si delineano nella prima infanzia (0-3 anni) e spesso sono determinanti per il corso della vita, pertanto devono essere soggette a regole impartite dal contesto familiare, scolastico-sociale, per evitare che la condizione fisiologica si strasformi in patologica e sia predisponente per obesità e malattie metaboliche.

Dalla seconda infanzia (3-6 anni) si ha un salto energetico, dovuto all’elevata attività fisica, che corrisponde a un incremento cospicuo dell’introito calorico: questa fase può risultare critica perché a volte caratterizzata da inappetenza, determinata da un fisiologico rallentamento della crescita oppure da sindrome da iperattività (ADHD), per la quale risulta determinante un profilo alimentare specifico.

L’età scolare (6-11 anni) seguita dell’età della pubertà (11-14 anni) rappresentano ulteriori momenti di trasformazione e cambiamento : soprattutto in quest’ultima le modificazioni corporea, l’azione degli ormoni, una nuova consapevolezza di sé possono contribuire alla comparsa di disturbi  del comportamento alimentare (DCA).

In questo caso il supporto nutrizionale e psicologico rappresentano un aiuto fondamentale per consentire la regressione spontanea della patologia, che ha ottime percentuali di successo se diagnosticata e trattata per tempo.

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Roberta Falcone - MioDottore.it

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